Minacce con l’acido – Il Piccolo 13.04.2018

È quella parola, «acido», che l’ha terrorizzata. «Ridammi i soldi…altrimenti…». Lei, cinquantaquattro anni, sola e senza lavoro, aveva bisogno di denaro. Ha chiesto prestiti a un amico ma, senza più un’occupazione, è riuscita a restituirne soltanto una parte. Solo che la somma da rendere, ma mano che passavano i mesi, è lievitata: lui, con la minaccia di farle del male usando addirittura l’acido, dai 4 mila euro dovuti chiedeva ben 6 mila. Voleva gli interessi, come un usuraio. L’uomo ora e sotto processo. Siamo a Borgo San Sergio, in una zona del quartiere che in passato ha già fatto parlare di sé.
Storie di povertà, disagio e microcriminalità. Tutto comincia nel 2015. La signora è in serie difficoltà economiche. Si confida con un conoscente, un pensionato triestino di settantasei anni. Sulle prime l’uomo si dimostra comprensivo, i due entrano in confidenza. La cinquantaquattrenne, in quel momento di debolezza, si fida e domanda aiuto. Lui comincia a passarle alcune somme. «Ho avuto negli ultimi tre-quattro anni vari prestiti in denaro da questa persona – dirà la vittima ai carabinieri di Borgo San Sergio, denunciando le intimidazioni – l’ultimo risale a circa un anno fa. Mi ha dato i soldi in amicizia, senza nessuno scritto tra noi».
La cifra totale, in quei quattro anni, raggiunge i 4 mila euro. La donna restituisce piccole somme di tanto in tanto, come può, arrivando a rifondere circa mille euro in tutto. Ma quando perde il lavoro non ce la fa più, deve fermarsi. Chiede tempo, chiede pazienza. È conscia del debito, ma ormai non può più contare su uno stipendio. Non riesce nemmeno a far fronte alla normali spese quotidiane. Il pensionato, dopo un po’ comincia a diventare meno comprensivo. Perde la pazienza. Inizia a essere insistente. Ed ecco che i 4 mila euro si trasformano di colpo in 6 mila. «È arrivato a chiedermi gli interessi a titolo di rimborso …», riferisce in caserma la signora.
I toni cambiano. Lui comincia a farsi avanti con parole più dure, aggressive. «Mi ha minacciato sia al telefono che di persona. Tanto che in alcuni momenti, vedendo la sua chiamata, preferivo non risponderli», spiega la donna. È una sera di ottobre del 2015 quando la cinquantaquattrenne riceve due messaggi vocali. È il settantaseienne. «In uno dei messaggi – racconta ancora la donna – mi ha consigliato di prenotare un viaggio a Lourdes. Nell’altro mi ha detto che prima o poi mi avrebbe trovata e che per me sarebbe stato problematico…». La cinquantaquattrenne di Borgo San Sergio ha paura. L’uomo non la molla più.
Qualche giorno dopo, in un bar di Muggia, se lo trova davanti. «Ero da sola – ricorda lei – mi ha preso in parte…e dopo avermi rimproverato per non avergli risposto al telefono, mi ha domandato se sapevo cosa fosse l’acido… E che l’avrei saputo presto». Poi si è allontanato». Passa qualche ora e la donna riceve una telefonata. È sempre il pensionato.
«Mi ha chiamato per ripetermi se avessi capito bene il discorso dell’acido…e dicendomi che casa mia avrebbe preso fuoco». La denuncia piomba in Procura. Il pm Matteo Tripani apre un fascicolo: il pensionato viene inquisito per «esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone» e rinviato a giudizio con un decreto di citazione diretta.
Nell’udienza del prossimo mese verranno sentite le testimonianze di un carabiniere e della stessa vittima, difesa dall’avvocato Giovanna Augusta de’ Manzano. Il settantaseienne è tutelato dall’avvocato Elena Bertosa: «Il mio assistito saprà dimostrare la propria innocenza e l’irrilevanza penale dei fatti contestati».

 

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