Educare al rispetto dei due generi – Il Piccolo 14.03.2024
violenza donne

 Turpiloqui da osteria a parte, che hanno connotato i cortei cittadini dell’otto marzo anche a Trieste, il primo luogo in cui si educa al rispetto dei due generi e non solo di quelli è la famiglia, in cui si impara in primis la lingua “madre”, che -non a caso- non si chiama lingua “padre”, perché è la madre quella che per natura dà l’imprinting non solo linguistico, ma si presume anche educativo, ai figli, anche a quelli maschi.

 

La prima riflessione che emerge dalle manifestazioni, assolutamente necessarie per tener alta l’attenzione circa problematiche di genere che vantano radici millenarie, è che se tale imprinting educativo viene declinato con i toni usati nelle manifestazioni, mai usciremo dalla violenza, che appunto sembra essere propria dei due generi. Se quelle donne, finito il corteo, rientrano a casa propria e trattano così i loro compagni e i loro figli, dando loro dei “cogl**” e inneggiando alla “lotta”, ciò significa che la violenza non ha genere.

 

La recente normativa anti-violenza è una normativa di genere, pensata  proprio per la tutela delle donne, come se non esistesse la violenza delle donne su uomini, bambini o altre donne. Prova di questa ipnosi culturale inaccettabile è il fatto che non esistono in questo momento storico neppure centri di recupero di donne che agiscono violenza e non esistono centri per uomini che quella violenza invece subiscono.

Poiché siamo in Italia e non in Yemen e poiché già Franca Viola ha fatto il suo per tutte noi, deve essere chiaro che siamo noi donne che decidiamo chi è degno di proseguire la specie  e decidiamo solo noi quale uomo invece è meglio che se ne stia da solo -perché violento o semplicemente perché maleducato o irrispettoso- per il resto della sua vita, senza moltiplicarsi.

Non serve il turpiloquio per esercitare un po’ di discernimento, né serve una modifica della Costituzione stile Francia per tutelare i nostri errori di valutazione, visto che la nostra valutazione è insindacabile.

Giovanna A. de’Manzano

Il Piccolo 14.03.2024 – Leggi articolo

 

 

 

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