
La vicenda è complessa e dura dal 2016, quando la madre è scappata da casa per le asserite condotte violente del suo compagno. Il Tribunale aveva tolto a entrambi la responsabilità genitoriale, ora la svolta in Corte d’appello.
Svolta giudiziaria nella storia della madre che per quasi due anni è stata collocata con i due figli in una Comunità dopo aver denunciato i maltrattamenti del padre dei suoi figli: ora la Corte d’appello ha revocato la sua sospensione della responsabilità genitoriale, reintegrandola integralmente nella suo ruolo.
La vicenda è complessa e dura dal 2016, quando la madre è scappata da casa per le asserite condotte violente del suo compagno; in un primo momento la coppia aveva deciso che i figli sarebbero rimasti a vivere con il padre, in provincia di Gorizia, che ha ostacolato gli incontri della madre coi bambini e, peggio ancora, avrebbe inizato a infliggere loro violenze fisiche e psicologiche, in un’abitazione in stato di degrado e, saltuariamente, ospitando anche estranei. Risalgono a questo periodo minacce da parte dell’uomo all’ex compagna e al suo nuovo compagno: “Lo renderò handicappato, dovrai imboccarlo”.
Nel 2019 la donna, che aveva poco più di 30 anni, ha deciso di non far rientrare i figli dal padre, dopo aver visto che i minori non volevano più farvi rientro, e ha deciso di rifugiarsi al Goap-Centro Antiviolenza di Trieste. E’ intervenuto quindi il Tribunale per i Minorenni con un divieto di avvicinamento del padre a tutela della madre e dei figli.
La donna è stata quindi collocata con i minori in una Comunità, sita in regione, per circa due anni, e per questo motivo ha perso anche il lavoro che aveva a Trieste. E’ stata quindi disposta dal Tribunale per i Minorenni una consulenza tecnica d’ufficio da parte di una psicologa, che ha rilevato le criticità del padre e ha previsto per lui un percorso al Csm e uno al centro dipendenze per recupero da alcolismo.
Il consultorio familiare, il questo periodo, aveva rilevato che i bambini “hanno problemi comportamentali e manifestano grande disagio, che si acuisce in prossimità delle visite al padre”. A carico dell’uomo due procedimenti penali pendenti, uno a Trieste per stalking e uno a Gorizia per maltrattamenti. Il Tribunale, nell’ultimo decreto, aveva deciso di ripristinare le visite padre-figli, confermando la sospensione della responsabilità genitoriale di entrambi i genitori.
La donna e il suo legale Giovanna Augusta de’Manzano hanno fatto ricorso in appello e la Corte ha ora decretato che “la madre ha dato sufficiente prova del superamento delle sue fragilità, legate anche dall’essere stata vittima di condotte maltrattanti”, per poi reintegrarla nella responsabilità genitoriale. Il padre, difeso nel procedimento civile dall’avv. Sandra Racchi, non potrà vedere i figli senza prima aver fattivamente svolto i percorsi previsti; le visite sono quindi sospese.
Così l’avvocato de’Manzano: “Non ritengo che la mia assistita possa essere considerata soggetto “fragile”, ma esempio di forza e determinazione. Nel momento in cui una qualsiasi donna denuncia le violenze subite, ha già lasciato alle spalle ogni fragilità. La Corte d’Appello ha ben riconosciuto le competenze della madre e le ha restituito la dignità del suo ruolo genitoriale”.
Giovanna A. de’Manzano