
Ci sono nuovi sviluppi nel caso giudiziario della bambina contesa era la madre, triestina, e il padre, francese, dopo che in marzo era stato eseguito il provvedimento che ordinava il ritorno della piccola nel Paese transalpino. Due settimane prima, in febbraio, il Tribunale dei Minori di Trieste aveva accolto l’istanza di restituzione sulla base della Convenzione dell’Aja per la sottrazione internazionale di minore. Per i giudici, la madre aveva deciso unilateralmente di tornare a Trieste con la figlia, nata in Francia.
La donna (tutelata dagli avvocati Giovanna Augusta de Manzano e Silvia Piemontesi) si era difesa sostenendo che nella casa francese si viveva in un contesto di violenza domestica.
Ora la battaglia legale della genitrice triestina si sposta in Cassazione dove l’avvocato de Manzano ha presentalo ricorso, impugnando il decreto del Tribunale dei minori che in febbraio aveva disposto il trasferimento della figlia in Francia.
L’udienza è fissata per il 15 dicembre. Nel frattempo la vicenda ha assunto anche contorni penali. Il padre ha patteggiato sei mesi, con sospensione condizionale della pena, per aver provocato lesioni all’ex compagna nell’estate del 2021. Nel decreto di febbraio del Tribunale dei Minori c’era un riferimento alle lesioni, ma nella motivazione si precisava che l’episodio aveva ricevuto «versioni diametralmente opposte, fomite di diversi sostegni probatori… Adesso, secondo dc Manzano, il patteggiamento potrebbe contribuire ad avvalorare le istanze della madre.
Di tutt’altro avviso l’avvocato Livia Rinaldi, che difende il padre. Rinaldi precisa che quella di patteggiare è stata una scelta esclusivamente legata a valutazioni di strategia processuale e che non va considerala minimamente una donna di ammissione di colpa. Si è trattato – rimarca l’avvocato -si un modo per chiudere dal punto di vista penale una vicenda sofferta, resa ancora più pesante dalle svariate denunce presenta dall’ex compagna.
P.T