Com’è noto, il Cons. di Stato con la recente sent. n. 7045/21 ha rigettato il ricorso di un gruppo di sanitari contro l’obbligo vaccinale.

La sentenza resterà nella storia soprattutto per quello che omette di dire, omissioni che lasciano aperte questioni non poco controverse.

In primis si omette di citare la sent. 5/18 della Corte Costituzionale, pietra miliare in tema di salute, che enuncia il principio secondo cui “la salute del singolo non può esssere sacrificata neppure a tutela della salute degli altri, fossere anche TUTTI gli altri.” Alias, atti di eroismo sanitario non sono previsti ex lege.

In merito poi all’ efficacia e sicurezza del vaccino, il Consiglio di Stato si limita a fa far riferimento all’esistenza di un’autorizzazione all’immissione in commercio, dimenticando però che la stessa è provvisoria e condizionata, ossia subordinata al completamento della sperimentazione e alla comunicazione dei risultati della stessa, come si legge nella stessa autorizzazione dell’EMA.

Parimenti inaccettabile è il riferimento ai casi avversi sinora segnalati all’Aifa: da un lato, infatti, pur riconoscendo che la somministrazione dei vaccini ha causato “solo” ben 5600 eventi avversi gravi, il CdS sostiene che un tanto sarebbe trascurabile: forse lo è per i Giudici, ma non certo per i 5.600 individui che sono stati colpiti da tale disgrazia, e tanto meno per i familiari delle  “sole”16 persone decedute, decessi che Aifa conferma essere correlati alla somministrazione del vaccino. Silenzio di tomba sul punto.

E se a Trieste i casi di positività sono “raddoppiati”, ovviamente la colpa non è della Barcolana, dell’aumento del numero di tamponi per il green-pass, delle basse temperature o degli autobus stracolmi, ma della “sola” variante “puzzer”.  Si legge che su 801 casi di positivi a Trieste, 93 avrebbero partecipato ai cortei: ma questi dati sono stati estapolati da dove, da auto-dichiarazioni fatte a infermieri in farmacia, minuti di microspie autorizzate dalla Procura?

Avv. Giovanna Augusta de’Manzano