Potestà Genitoriale e Diritti dei Minori – Il Piccolo 1.12.2016

Cinque anni filati di mantenimento e cura del proprio figlio, quasi esclusivi, non sono bastati ad A.F. per recuperarne, al momento, la potestà genitoriale. E ora che L.P., la mamma, è rientrata in città dopo aver vissuto a Pordenone, quello che era stato il loro bambino e che oggi è un ragazzone cresciuto di 16 anni, E.F. le sue iniziali, starà con loro per decisione del Tribunale.
Uno alla volta chiaramente, pressoché in egual misura, sempre e comunque sotto la responsabilità dell’avvocato Francesca Castelletti, che ne è il tutore legale.
A.F. è il papà 53enne già noto alle cronache cittadine in quanto protagonista di una singolare vicenda di alimenti riconosciuti al contrario, nel senso che in questo caso era la madre, oggi 48enne, a doverli riconoscere al padre per contribuire al mantenimento del minorenne. Una vicenda che si è arricchita nei giorni scorsi di una nuova puntata, dopo che il collegio del Tribunale civile di Foro Ulpiano presieduto dal giudice Anna Fanelli (giudice relatore Mauro Sonego, giudice a latere Paolo Vascotto) da un lato ha rigettato la domanda dello stesso papà di poter riottenere la potestà sul figlio (tolta per la cronaca a entrambi i genitori nel 2011 per l’elevatissimo grado di conflittualità fra loro) pur confermando il formale collocamento del ragazzo a casa sua, e dall’altro ha revocato l’obbligo della madre di riconoscere appunto al padre l’assegno mensile per il mantenimento dello stesso E.F. (comunque da lei sostanzialmente non onorato) proprio per il fatto che adesso, dato che lei è tornata a Trieste, le potrà essere più naturale accoglierlo in casa. Tanto che – così ha deciso il collegio, che ha stabilito nei dettagli i criteri di tempo che il sedicenne passerà con l’uno e con l’altra – nell’arco di due settimane d’ora in poi il minore dormirà di norma otto notti dal babbo e sei dalla mamma. Quello dei tre magistrati civili è però un
pronunciamento che non sta bene ad A.F., e infatti il legale che l’assiste, l’avvocato Giovanna Augusta de’ Manzano, ha annunciato di aver impugnato il decreto: la relativa udienza è in agenda a febbraio, il difensore della madre è invece l’avvocato Elisa Cantarutti.
In questo continuo braccio di ferro tra due persone che s’erano tanto amate spunta però, anche tra le righe del decreto, la dignitosa sofferenza di un ragazzino che si sta facendo uomo, e in fretta, costretto anche dalla contingenza familiare. I giudici Fanelli, Sonego e Vascotto, in effetti, hanno comunque preso atto della testimonianza resa in udienza mesi fa daE.F.: «So che i miei genitori continuano a litigare, io avrei piacere che smettessero
di darsi contro, il regalo più bello che potrebbero farmi è che cominciassero ad andare d’accordo». E ancora: «Io vivo con papà e voglio continuare a vivere con lui. Vedo volentieri anche la mamma, mi fermo a dormire da lei, però preferisco continuare a vivere con papà. Non c’è alcun motivo perché cambi».
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