Assolto dal Reato di Pedopornografia – Il Piccolo 21.12.2016

Unadecina di scatti senza veli a una ragazza che si era fatta passare per minorenne e che il protagonista di questa vicenda aveva contattato su Facebook. Immagini realizzate in una fabbrica abbandonata in passeggio Sant’Andrea, e poi messe in rete.
È finita in una bolla di sapone la vicenda giudiziaria del fotografo triestino A.P., 27 anni, residente a Ronchi dei Legionari. È stato difeso dall’avvocato Giovanna Augusta de’ Manzano. Il gup Giorgio Nicoli lo ha assolto perché il fatto non sussiste dall’accusa di produzione di materiale pornografico nonché della divulgazione senza il consenso dei genitori dell’interessata. Motivo, emerso in udienza anche grazie alla consulenza del perito Massimiliano Borg, è che quelle foto senza veli erano state scattate quando la protagonista di questa vicenda aveva già compiuto i 18 anni. Fatto che la stessa ha poi ammesso in aula davanti al giudice. E per questo gli atti sono stati inviati alla procura.
La data è quella di maggio 2013. «Ti offro un bel servizio fotografico. Non dovrai pagare niente». Era stata questa la proposta giunta attraverso Facebook a una ragazza triestina, già maggiorenne, seppur da pochi giorni. La giovane, dopo qualche esitazione, aveva accettato.
E così, sempre tramite Facebook, il fotografo aveva fissato l’appuntamento all’interno di un capannone abbandonato.
Quando la giovane si era presentata il fotografo le aveva proposto di spogliarsi. «Perché la tua bellezza deve essere valorizzata», aveva detto. Così, pensando forse di essere su un vero e proprio set fotografico, la vittima di questa vicenda aveva acconsentito.
«Venivano scattate – così si legge nella querela poi presentata dalla madre tramite l’avvocato Maria Genovese – svariate foto, alcune delle quali anche a seno nudo o in abiti decisamente succinti, tali da lasciare in ragione della posa assunta addirittura scoperta la zona pubica». In una seconda
“seduta fotografica” P., come emerge nella querela, «aveva insistito nel cercare un contatto fisico», tentando anche qualche approccio. Ed era
stato a questo punto che la ragazza aveva interrotto la seduta. «Basta – ha detto – tu non mi fotografi più». Da allora, come è emerso dalle indagini, il fotografo le aveva scritto insistentemente su Facebook tanto che la giovane a un certo punto aveva dovuto cancellare il proprio profilo. Poi il processo in abbreviato e ora l’assoluzione.

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Rettifica avv. de’Manzano 24.12.2016

A rettifica dell’articolo uscito in data 21.12.16 su”IlPiccolo” dal titolo “Scatti hard alla modella, fotografo assolto”, nell’interesse del mio cliente signor A. P. e della sua famiglia specifico ad onor del vero – che: le foto di cui alla denuncia-querela della ragazza non avevano assolutamente connotazione pornografica; tutte le foto allegate alla denuncia erano di tipo artistico, scattate tutte- tranne una- quando la ragazza era maggiorenne,così come ammesso dalla giovane donna dopo che la perizia sulle foto ne ha accertato la data; i due hanno continuato a rimanere in
contatto per mesi dopo l’incontro fotografico e non vi sono state “insistenze” alcune del P. verso l’allora amica; le foto del signor P. sono state pubblicate dalla stessa ragazza sul suo profilo facebook,tanto che la giovane ha usato una delle foto del signor P. come “foto profilo”; la scelta di cancellare il profilo facebook da parte della ragazza non è risultata essere legata ai fatti di causa. La difesa del signor P. si riserva di tutelare l’immagine del proprio cliente, sicuramente lesa, in ogni sede penale e civile competente e ciò dopo il deposito della sentenza.

Giovanna de’Manzano
avvocato

 

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