Non sono solo i lavoratori del Porto di Trieste che hanno sentito l’esigenza di prendere posizione sull’introduzione del green pass (gp). Un gruppo di Avvocati triestini, che hanno seguito l’esempio di altri Fori, ha inoltrato in questi giorni all’ Ordine degli Avvocati e ai singoli Colleghi un appello per il ripristino dei diritti e libertà fondamentali, appello in particolare volto all’abolizione del gp, ultima prepotenza originata con la scusa della pandemia; notevole il numero di adesioni, anche di Colleghi di indiscussa statura professionale.

La creazione di privilegi in capo a dipendenti in danno di altri, la minacciata sospensione della retribuzione, l’attribuzione al datore di lavoro di poteri -abnormi- di controllo e ricatto, l’onerosità dei tamponi per poter lavorare, questi e tanti altri sono  atti illegittimi, ora all’attenzione della stampa mondiale, che dal NewYork Times alla ABC austrialiana (con la sola eccezione della stampa sauditica, per ora), dà un’eco siderale non solo alla resistenza di una piccola città che si batte per la difesa dei valori costituzionali, ma mette in luce anche quella che è un’apocalisse del diritto. E chi vuole minimizzi.

Normare sanitari, dipendenti RSA, insegnanti e lavoratori tout court con quattro normative differenti, circolari ministeriali bulimiche a parte, è un’apocalisse che offende il principio di uguaglianza (art. 3 Cost.) e soprattutto il comune buon senso, così caro a chi frequenta la zona del Porto in questi giorni. Ma non basta: a ogni latitudine della penisola medici che fanno dichiarazioni “non allineate” al  vaccino, che è sperimentale fino al 2023, come correttamente specifica la stessa AIFA, vengono convocati dall’Ordine dei Medici e costretti ad abjurare.

Caro Prof. De Donno, se non parli più, è perché forse avevi ragione, come Galileo.

Avv. Giovanna Augusta de’Manzano