Violenza e Minacce – Donne – Il Piccolo 21.12.2015

Dalla pistola detenuta in casa alle minacce alla ex compagna. Goran Radanovic, cittadino bosniaco di 35 anni, già in passato coinvolto sulle sparatorie di via della Guardia e via Vecellio, si trova nuovamente nei guai.
Stavolta il gip Guido Patriarchi lo ha rinviato a giudizio per maltrattamenti e minacce nei confronti della ex.
Maltrattamenti e minacce che, secondo il pm Miggiani, hanno causato sofferenze fisiche e morali alla donna, riducendola in condizioni di vita avvilenti. Il 35enne, difeso dall’avvocato Alunni Barbarossa, comparirà davanti al giudice del dibattimento il 6 luglio.
L’accusa denuncia mesi e mesi di botte e insulti quotidiani. Non solo.
Radanovic ha vietato alla sua ex di avere contatti con la madre, con gli altri familiari e con gli amici. Una volta, al culmine di una crisi di gelosia, si è spinto oltre: «Vai a denunciarmi di nuovo? Ti rendi conto che ti sparo in testa? Se andrò in carcere il giorno che uscirò ti sparerò in testa».
La donna terrorizzata, a quel punto, si è rifugiata in una struttura protetta. Nel frattempo, assistita dall’avvocato Giovanna Augusta De Manzano, ha presentato l’ennesima querela nei confronti di Radanovic: «La situazione è precipitata. Ho paura» ha raccontato ai carabinieri.
Ha aggiunto che l’uomo l’ha più volte minacciata: «Ti ammazzo, ti sgozzo, ti sparo». Ha rivelato che l’ha aggredita prendendola a pugni. E che le ha persino inviato un messaggio al telefonino comunicandole d’aver scoperto dove si era nascosta: «Ero così spaventata che ho chiesto e ottenuto di cambiare rifugio» ha spiegato,
più o meno, ai militari. Insomma, unapersecuzione.
Pochi mesi fa Radanovic era finito nei guai anche per l’accusa di evasione dai domiciliari. Il giudice gli aveva concesso di accompagnare il figlio di pochi mesi ma lui, anziché andare dal bambino, si era precipitato a minacciare la sua ex.
Due anni fa il trentancinquenne era stato arrestato dopo essere incappato in un posto di controllo della polizia.
Gli agenti della Squadra mobile lo avevano preso per insosservanza del decreto di espulsione che era stato disposto qualche tempo prima dal questore. Radanovic,
come detto, era finito nell’indagine sulle sparatorie avvenutenoveanni fa nel rione di San Giacomo. Nel suo appartamento era stata trovata una pistola simile a quella da cui erano partiti i colpi esplosi nel giugno 2005 in via Vecellio e via della Guardia. L’arma era una Sig Sauer, un modello da guerra costruito in Svizzera. L’ipotesi
di un collegamento tra Radanovic e le due sparatorie, tuttavia, rimase in piedi per poco tempo. Ma Goran era stato arrestato anche nel 2007 dagli agenti del commissariato di San Sabba per furto in quanto, assieme a un complice, aveva colpito in un’abitazione di via Monte Canin. Ora il rinvio a giudizio per maltrattamenti.

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