Conferenza al Knulp di Trieste – 8 novembre 2019

Un centinaio di persone ha affollato la sala del bar Knulp, l’altra sera, in occasione dell’incontro intitolato “Autodeterminazione e fine vita”. Si è trattato di una conferenza informativa sui contenuti della cosiddetta legge sul biotestamento e, più in generale, sul tema delle dichiarazioni anticipate di trattamento.
L’avvocato del Foro di Trieste, Giovanna Augusta de’ Manzano, e Gianluca Borotto, responsabile del servizio Hospice della Pineta del Carso, hanno introdotto e moderato una serata pacata e partecipata, aperta alla riflessione e al confronto. L’impianto normativo che disciplina il testamento biologico è quello della legge 219 del 2017: a riguardo sono state fornite dettagliate spiegazioni, che si sono alternate alle domande del pubblico, composto da persone di tutte le età.
«Non si discute per aver ragione ma per essere in grado di decidere fino alla fine della vita», ci ha tenuto a specificare Borotto, riprendendo una frase del celebre letterato argentino Jorge Luis Borges. A due anni dall’introduzione della legge, a Trieste solo 900 persone hanno presentato la propria Dichiarazione anticipata di trattamento (Dat): meno dell’1% della popolazione. «È un dato che mette i brividi – ha commentato de’ Manzano – e fa riflettere su quanto poco, oggi, siamo abituati a prenderci cura di noi stessi e degli altri».
Oltre al tema delle Dat, gli esperti hanno approfondito argomenti come la pianificazione anticipata del trattamento, l’alleanza tra medico e paziente, la figura del fiduciario, la sedazione profonda e l’obiezione di coscienza.
«La reale portata della legge non è stata ancora realmente compresa nella sua pienezza – ha concluso l’avvocato –. Si tratta di decisioni difficili da prendere, in situazioni estremamente delicate: riuscire a farlo è un atto di civiltà e un regalo a chi ci sta vicino». —

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Il Piccolo – 8 novembre 2019

Il Piccolo – 10-11-2019

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