Assegni di Mantenimento tra Separazioni e Divorzi – Il Piccolo 26.03.2017

Questi i dati delle separazioni presso il Tribunale di Trieste: nell’anno 2016 sono state presentate 296 domande di separazione consensuale e 47 sono state le domande di separazione giudiziale; nell’anno 2015 le separazioni consensuali sono state 268, quelle giudiziali 67; nell’anno 2014 sono state presentate 345 domande di separazione consensuale e 67 domande giudiziali. Circa i divorzi l’anno 2016 ha visto 258 domande di divorzio consensuale e 87 domande di divorzio giudiziali; nell’anno 2015 le domande sono state rispettivamente 275 e 101, nell’anno 2014 sono state presentate 257 domande di divorzio consensuale e 79 domande giudiziali.

Per fortuna non esistono i giudici obiettori di coscienza, per cui ogni domanda, anche nei casi in cui i drammi umani sono estremi e i sogni della famiglia vengono abortiti, deve trovare una pronuncia.

Tra le varie statuizioni che devono essere assunte quando la famiglia cessa di essere un nucleo unico vi è quella dell’assegno per i figli. Qual è il prezzo per la libertà, oltre che la solitudine? Dai provvedimenti assunti da vari Tribunali della nostra penisola si evincono i seguenti dati: con uno stipendio di 1.000,00 € mensili il padre non collocatario dei figli si vede porre a carico somme che variano dai 200,00 € ai 350,00 € mensili per figlio (dipende dal numero dei figli), a cui si aggiungono il 50% delle spese straordinarie mediche, scolastiche e sportive; mutui per la casa assegnata alla moglie e prestiti vari da onorare per sopravvivere fanno parte di conteggi a parte.

Anche i genitori disoccupati, carcerati o malati sono obbligati a provvedere al mantenimento della prole, con somme che variano da 100,00 € a 150,00 € euro mensili a figlio, somme simboliche che trovano una garanzia costituzionale.

Parimenti le madri non collocatarie dei minori devono onorare il mantenimento dei figli, con somme in ogni caso di fatto più «leggere» rispetto ai padri, somme che risentono di quel gender gap che vede l’Italia retrocedere sempre più nella classifica mondiale del World Economic Forum.

Su redditi pari a 70-90 mila euro lordi annui, i liberi professionisti onorano il mantenimento dei figli con somme pari a circa 1.000,00 € al mese.

Un collocamento paritario in termini di tempo del minore presso entrambi i genitori annulla l’assegno a favore dell’altro genitore solo nel caso in cui le condizioni economiche delle parti non presentano significative divergenze.

La maggiore età del figlio poco importa ai fini dell’assegno dovuto finchè la prole non è economicamente autosufficiente; parassitismi ad oltranza non sono tollerati, ma il mantenimento- a scanso di tristi equivoci- non cessa ex abrupto con il raggiungimento della sola maggiore età.

Pari tutela economica spetta ovviamente anche ai figli nati fuori dal matrimonio, quelli che un tempo erano classificati «illegittimi», percentuale che all’ inizio del secolo scorso si aggirava intorno al quaranta percento dei minori presenti in Italia. Questi erano i figli nati fuori dal matrimonio, figli di serve o di prostitute, comunque fratelli del restante sessanta percento della prole italiana: i dati dell’abbandono tolgono sempre il fiato, più delle cifre relative al mantenimento.

Giovanna A. de’Manzano

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